Native Advertising: l’armonia fra contenuto e pubblicità
Avete presente quei fastidiosi banner pubblicitari che compaiono in quell’articolo così interessante che state leggendo? Forse addirittura non li notate neppure da tanto siamo abituati ad essere bersagliati da messaggi pubblicitari.
Banner blindness. Questo processo cognitivo ha addirittura un nome e prevede proprio il sorvolare, in modo più o meno conscio, la pubblicità che circonda o invade la pagina web che stiamo leggendo.
Come rendere dunque il messaggio pubblicitario più appetibile? Con il native advertising.
Cos’è il Native Advertising
È un tipo particolare di pubblicità che apprezzo molto e sono sempre felice quando mi si chiede di scrivere un articolo di native advertising. In poche parole questo tipo di advertising prevede la perfetta armonia e mimetizzazione fra contesto editoriale in cui ci troviamo e il contenuto pubblicitario. In questo modo il lettore non viene distratto e può continuare fluidamente la lettura.
Per Frammenti Rivista ho scritto alcuni articoli di questo tipo per clienti differenti. Da venditori di ricambi per auto a chi si occupa di visti per l’estero. Chiunque può usufruire di questo servizio, l’importante è rispettare le regole proprio come se stessi entrando a casa di qualcuno. Non ti levi le scarpe, le butti in un angolo e ti spaparanzi sul divano, giusto? Per questo tipo di articoli si deve rispettare il luogo in cui ci si trova.
Nel caso di Frammenti, l’articolo deve avere un’impronta fortemente culturale con il tono di voce professionale, ma colloquiale che contraddistingue la rivista on line.
Un esempio di pubblicità nativa
Per Visti.it ad esempio, ho scelto un argomento letterario, in particolare ho voluto parlare del turismo culturale con protagonista l’Egitto e le personalità del calibro di D’Annunzio e Agatha Christie che lo hanno vissuto, prendendo ispirazione per le loro opere.
Un articolo che, se vi interessa l’argomento, leggerete volentieri senza interruzioni e con uno stile comunicativo coerente.
