Mi accompagnate in ufficio?

Oggi voglio percorrere con voi un pezzo di strada che faccio tutte le mattine: via Leoncino, Verona. Cos’ha di tanto speciale questa via? Ad ogni passo siamo circondati da storia e cultura, una passeggiata che è già di per sé fonte d’ispirazione.

A partire dal civico n°6,
L’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere

Per mia fortuna, il portone di Palazzo Erbisti è quasi sempre aperto e non posso non fare una capatina all’interno di quando in quando. Uno scalone a due rampe che porta al piano nobile dà un senso principesco all’entrata. Non per niente il palazzo, nel 1822, ospitò l’imperatore d’Austria Francesco I. Affreschi, stucchi, decori, un tripudio di arte opera di grandi personalità come l’architetto Adriano Cristofali e il pittore Giorgio Anselmi. Non siate timidi! Entrate lì in fondo, nel cortile e ammirate la facciata posteriore dell’edificio. Persino il retro è un capolavoro.

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Proseguiamo

Quando piove, gli edifici 10, 12 e 14 mi riparano con i loro balconi. Un modo elegante per coprirmi dal momento che cammino rasente a porzioni di cinte romane.

Al n° 8 non so cosa ci sia. Sembra abbandonato. Ma, sopra al moderno 8, possiamo vedere il suo antico numero civico, che risale a prima del 1871.

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Proseguiamo verso Palazzo De Stefani, una dimora molto elegante con i suoi pittoreschi decori, fino all’angolo della via, al numero 14 dove una targa celebrativa ricorda la cantante Maria Callas che visse proprio qui.

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E siamo arrivati al numero 16

Palazzo Giusti, già palazzo Albertini, campanello Dart Associati. All’ingresso ci accolgono i medaglioni che raffigurano Dante e Petrarca e una serie di putti settecenteschi che ci guardano dall’alto della loro loggetta. Entrati sulla corte interna e salutato Francesco, il nostro custode, vediamo sulla sinistra il busto di Alberto VII. La statua che c’è alla destra, sopra l’ufficio, lo confesso, non so chi sia.

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Dart Associati sorge in quella che tanti anni fa si dice essere stata una rimessa per le carrozze con tanto di stalla. Mi piace pensare che, una volta, nella postazione dove ora sto scrivendo, si riposasse un bel cavallo bianco come la mia scrivania.

Io mi fermo qui. Devo anche lavorare mica posso farvi da Cicerone tutto il giorno.

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Tesori ritrovati: Novalis – Rivista arbitraria di cultura

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