Tesori ritrovati: Novalis – Rivista arbitraria di cultura

Odore di muffa. Umidità che ti si appiccica addosso. Dalla cantina sotto il mio ufficio, ho riportato alla luce un pezzo di storia: due edizioni rarissime di arte, architettura, design e letteratura. In una parola Novalis. N° 0 e parte del n°3.

 

«La poesia è il reale il reale veramente assoluto» (Novalis)

Una rivista gigante, stampata in un formato grande il doppio di un quotidiano. Una carta spessa che fa sentire anche lo spessore degli articoli che vi sono scritti. Pensata da Dino Gavina, icona del design italiano, Novalis era un’edizione quadrimestrale da diecimila lire.

Vi riporto, non senza emozione, una parte della presentazione della rivista scritta al n°0, Bologna 1986:

“Questa è una rivista costruita sulle immagini. I testi stessi, sempre brevissimi, sono immagini. Il nostro intento è quello di utilizzare la violenza dell’impatto visivo per stimolare quella parte più tenera dei nostri sensi ormai drogata dal grigiore quotidiano degli uomini senza qualità. Sono piccoli messaggi sentimentali, un poco aggressivi, per affermare che dietro ogni piega del mondo c’è qualche artista quasi sconosciuto che da un anno o da secoli si meraviglia della nostra indifferenza.

Sono brevi appunti di un viaggio all’interno della disattenzione, alla ricerca degli aspetti meno conosciuti, ma non meno importanti, di artisti famosi o ignoti, di uomini e luoghi a pochi passi dalla nostra accidia.”

Voi che leggete queste parole su uno schermo non potete capire cosa si provi nel tenere in mano un gioiello del genere. Averlo riportato alla luce, pulito e spazzolato dalla polvere. Girare le pagine con mille attenzioni perché le condizioni non sono ottimali.  

Una rivista sempre attuale

Del n°3 ho solo qualche pagina. Questa qui sotto è quella che mi ha colpito di più. Un’affermazione che si addice anche ai giorni nostri: la falsa cultura ha aumentato la distanza tra il pubblico e l’arte.

photo_2021-07-26_10-57-35.jpg

Mi ha fatto pensare alle fake news. Ai social che sono, il più delle volte, un calderone di idiozie, di commenti senza senso, di cattiverie gratuite.
Una falsa cultura che ha aumentato la distanza tra il pubblico e il buon senso.

Per questo sono felice di collaborare per delle riviste che hanno ancora a cuore una cultura che avvicina all’arte, “oggetti d’affezione” come si definisce il Novalis che portano un po’ di cultura nelle nostre vite. E se la cultura è cartacea, meglio ancora.

Indietro
Indietro

Ehi tu, studente di Giornalismo, un articolo per te

Avanti
Avanti

Mi accompagnate in ufficio?