Il colore del mio TOV: un verde acido

L’horror è il mio genere cinematografico preferito. Quelli horror pesanti, che non ti fanno fare il salto sulla poltrona perché una porta si chiude da sola, ma quelli subdoli, psicologici, che ti fanno riflettere e ti mettono addosso un sacro terrore. Qui qualche consiglio per qualche notte insonne.

Un horror angosciante che racconta il dramma della guerra dalla quale non si può scappare, nemmeno quando è conclusa…

Otto racconti. Otto paesi. Infiniti modi di terrorizzare lo spettatore. Una pellicola che mostra il lato oscuro del folklore popolare

Amanti dell’horror impegnato, seguiteci tra le Alpi austriache del XV secolo con questa particolare pellicola franco-tedesca…

Dalla terribile visione…

Per NPC Magazine, la Rivista di critica cinematografica edita dall’Associazione Il Fascino degli Intellettuali, cerco sempre di proporre, appena posso, pellicole di nicchia, che abbiano un certo spessore e, soprattutto che mi siano piaciute. A volte però mi vengono assegnati dei film che proprio non mi vanno giù. Siamo in tanti in redazione, qualche mio collega magari mi precede nel prenotarsi in quell’infernale strumento chiamato Trello, e quindi mi capita di scrivere articoli su pellicole che boccio anche pesantemente se serve.

Quando capitano queste proposte che mai mi sognerei di suggerire di mia spontanea volontà alzo gli occhi al cielo. 1 ora abbondante di film insulso. A volte mi addormento pure e devo tornare indietro di un po’ di sequenze.

…al magico potere della scrittura

Ma poi, mentre scrivo l’articolo, mi accorgo che mi sto divertendo un sacco. Le parole scorrono da sole, acide, pungenti, sarcastiche. Il modo di scrivere che preferisco. E non capita spesso di poterlo fare, e, soprattutto, che te lo lascino fare.

Ogni articolo è un inno alla creatività e tira fuori il meglio della mia scrittura. Forse ci rimetterò la bile, perché, andiamo! come si fa a girare una porcheria del genere?! ma quando mi accorgo che le dita scorrono implicabili sulla tastiera mi ritrovo contenta di aver detto “Sì, lo recensisco io.”

Quel che non ti aspetti

Questo mi fa pensare che, anche se all’inizio vi trovate a collaborare in un qualunque progetto che non vi sconfinfera del tutto, potete sempre trovare la parte bianca del lato nero della situazione. E scoprire quant’è profonda non la tana del Bianconiglio, ma quanto è profonda la vostra determinazione nel portare a termine un progetto al meglio.

Vi lascio il link a questa mia recensione. Un film che non vi consiglio di guardare, ma che vi suggerisco di leggere. Magari riuscirò a strapparvi un caustico sorriso.

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